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A dieci anni da Algeri

    Léo Matarasso

    in Peuples/Popoli/Peoples/Pueblos, n.ro 9 (avril 1987)

    Poco più di dieci anni fa, il 4 luglio 1976 per l’esattezza, alcuni di noi, riuniti ad Algeri nelle condizioni che ricorderò tra poco, presero l’iniziativa, a prima vista insolita, di proclamare una Dichiarazione universale dei diritti dei popoli.
    Siamo qui oggi per celebrare il decimo anniversario di questo evento. Ma prima devo ricordarvi, come ha fatto Lelio Basso, che ancor prima di nascere, avevamo già una storia.
    Infatti, fu alla fine della terza e ultima sessione del Tribunale Russell II sull’America Latina che lanciò nel suo discorso di chiusura il suo progetto di costituire allo stesso tempo la Fondazione per i Diritti e la Liberazione dei Popoli e la Lega Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli.
    Ci è stato spesso chiesto della leggera differenza nei nomi delle due organizzazioni: una si occupa di diritto, l’altra di diritti. Questa differenza si spiega con la diversità degli obiettivi: la Fondazione ha come scopo principale lo studio e la ricerca, LIDLIP è un’associazione attivista.
    Appena istituita, la Fondazione e la Lega organizzarono la Conferenza di Algeri, che era stata preparata da una riunione di lavoro di alcuni giuristi a Ginevra. L’iniziativa non mancava di audacia.
    Oggi possiamo dire che ha avuto pieno successo.
    Certo, l’idea che i popoli avessero dei diritti, almeno il diritto all’autodeterminazione, non era nuova ed era stata spesso proclamata in testi nazionali o internazionali, ma fu solo dopo la seconda guerra mondiale e soprattutto con il processo di decolonizzazione che si cominciò a definire il contenuto e i contorni di questi diritti.
    Come ha scritto un commentatore della Dichiarazione, il merito dei suoi redattori sta nel fatto che “hanno cercato di unire in un corpus organico un materiale fino ad allora frammentario e disarticolato, redigendo quella che si potrebbe chiamare la Magna Carta dei popoli”. Preceduta da un preambolo che espone il contesto storico in cui la Dichiarazione è stata proclamata, comprende trenta articoli scritti in uno stile laconico che evita il linguaggio ingombrante dell’ONU.
    L’esperienza degli ultimi dieci anni, oggetto dei dibattiti che si aprono oggi, dimostrerà, ne sono convinto, l’attualità e la giustezza della Dichiarazione di Algeri.

    Vorrei ora ricordare alcune date che segnano la storia della nostra Lega o che sono comuni alle nostre tre organizzazioni.

    1- Dall’8 all’11 dicembre 1977, LIDLIP ha tenuto il suo primo congresso internazionale a Barcellona.
    La giovane lega catalana era stata incaricata di prepararla. Le difficoltà sono sorte non appena il congresso si è aperto. Una decisione arbitraria del governo spagnolo proibì il congresso. Bisogna ricordare che allora eravamo solo due anni dopo la morte di Franco. Abbiamo ignorato questo divieto e siamo stati costretti a riunirci in luoghi di fortuna, il più prestigioso dei quali era il monastero di Montserrat. Anche se questo infelice divieto ha indubbiamente ostacolato il nostro lavoro, il congresso non è stato meno un successo sia per il numero che per la qualità dei partecipanti. Ha adottato gli statuti della Lega Internazionale e ha eletto il suo consiglio internazionale. Una commissione del congresso ha studiato il progetto di un Tribunale Permanente dei Popoli.

    2- Il 16 dicembre 1978 morì Lelio Basso.
    Alcuni mesi prima, un comitato presieduto dal nostro amico François Rigaux aveva deciso di rendere omaggio a Lelio Basso sotto forma di un volume di “Mélanges” a cui hanno contribuito autori di tutto il mondo. Il libro doveva essere presentato a lui il 16 dicembre, durante una cerimonia in Campidoglio a Roma. La cerimonia si è svolta come previsto, ma senza Lelio Basso, che era morto quella mattina. Il giorno prima era stato leggermente malato al Senato. È stato messo in ospedale in osservazione. Si addormentò con in mano la prima copia del grande libro di “Mélanges” pubblicato in suo onore. Non si è svegliato.

    3- Nell’aprile 1979, LIDLIP è stata riconosciuta come un’organizzazione non governativa (ONG) con status consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.
    Questo sarà il punto di partenza di un’importante attività della Lega di cui parlerò più avanti.

    4- Nel giugno 1979 si tenne a Bologna la sessione costitutiva del Tribunale Permanente dei Popoli.
    Il nostro amico Gianni Tognoni vi parlerà più tardi dell’attività del Tribunale. A questo punto del mio discorso, lo cito solo per sottolineare che con la costituzione del Tribunale, abbiamo completato il lavoro intrapreso durante la vita di Lelio Basso: Una Fondazione internazionale, divenuta Fondazione Lelio Basso, dedicata all’approfondimento e alla ricerca, non solo sui diritti dei popoli ma anche sulla loro liberazione, una Lega a vocazione mondiale per lavorare per la causa dei popoli, una Dichiarazione Universale che proclami i diritti fondamentali dei popoli e infine un Tribunale permanente che giudichi i casi gravi di violazione dei diritti dei popoli e denunci i responsabili. Abbiamo qui un sistema coerente in cui tutti gli elementi si integrano e si completano perfettamente.

    5- L’11, 12 e 13 giugno 1982, abbiamo tenuto il 2° Congresso Internazionale di LIDLIP a Roma.
    Questo Congresso delibererà principalmente su nuove questioni secondo il seguente ordine del giorno:
    I popoli in lotta per la loro liberazione: ma quale liberazione?
    – Persone che affrontano la fame
    Persone che affrontano il pericolo della guerra.
    In effetti, molto era cambiato nel mondo dal Congresso di Barcellona. Si è svolta in un contesto di lotte di liberazione intensificate e anche recentemente vinte e, allo stesso tempo, di coesistenza pacifica tra le grandi potenze. Il Congresso di Roma si è tenuto in un momento in cui le lezioni delle lotte di liberazione passate e presenti venivano messe in discussione, in cui la fame e la malnutrizione colpivano gran parte del pianeta, in cui il pericolo della guerra minacciava sempre più tutti i popoli. Era quindi naturale che la Lega deliberasse su queste questioni. Il Congresso di Roma ha anche apportato alcune modifiche agli statuti dell’LIDLIP in modo da consentire l’adesione individuale diretta nei paesi in cui non esiste una lega nazionale e l’adesione collettiva.

    Con queste date in mente, come possiamo riassumere le attività di LIDLIP?
    a) Prima di tutto, le leghe nazionali si sono moltiplicate. Ora abbiamo leghe regolarmente costituite in dieci paesi (Belgio, Catalogna, Colombia, Stati Uniti d’America. Francia, Grecia, Italia, Porto Rico, Svezia, Svizzera). Anche se dobbiamo tener conto del fatto che abbiamo corrispondenti individuali in una cinquantina di altri paesi, questo è ancora chiaramente insufficiente.

    b) Il nostro status consultivo all’ONU ci ha permesso di intervenire in diverse occasioni e in diversi casi alla Commissione e alla Sottocommissione dei Diritti Umani a Ginevra e talvolta al Comitato di Decolonizzazione a New York. Abbiamo un rappresentante permanente a Ginevra, la nostra valorosa ed efficiente amica Véréna Graf, e recentemente un rappresentante a New York, il nostro amico Bill Felice.
    Non elencherò tutti i casi in cui siamo intervenuti, sia sotto forma di interventi orali che di interventi scritti. Li troverete nell’opuscolo che la nostra Lega ha preparato per questo decimo anniversario.
    Inoltre, LIDLIP è stato invitato e ha partecipato alle conferenze internazionali delle Nazioni Unite a Parigi e sulla Palestina a Ginevra, nonché a diversi seminari come il seminario del Comitato delle Nazioni Unite sulla Namibia a Georgetown, Guyana. Ha anche partecipato a conferenze delle ONG dell’ONU, tra cui sulla Palestina e il disarmo, e al gruppo di lavoro sulle popolazioni indigene.
    I nostri interventi si concentrano sui diritti dei popoli. Cerchiamo il più possibile di far sentire la voce dei popoli in lotta o dei popoli sottomessi nei forum internazionali.

    c) Non vi darò più l’elenco dei colloqui, delle conferenze o delle riunioni organizzate dalla Lega Internazionale o dalle leghe nazionali. Lo troverete nell’opuscolo che ho appena citato. Ma quello che bisogna aggiungere è che, oltre alle riunioni organizzate da noi, siamo stati invitati a partecipare e talvolta anche a sponsorizzare molte riunioni internazionali. In particolare, abbiamo giocato un ruolo importante nei grandi raduni di pace europei.

    d) Per quanto riguarda le opere, gli opuscoli, i bollettini ecc. pubblicati, sia dalla Lega Internazionale che dalle leghe nazionali, troverete un elenco nell’opuscolo che ho citato prima.

    Per riassumere, attraverso le nostre sezioni nazionali, attraverso i nostri interventi all’ONU, attraverso le riunioni che organizziamo o sponsorizziamo, attraverso le nostre varie pubblicazioni, la nostra Lega è riuscita a collocarsi tra le ONG più apprezzate. Mi sembra che questo sviluppo sia in linea con il tipo di movimento che abbiamo definito al Congresso di Roma.
    Abbiamo ricordato che abbiamo il dovere di denunciare le violazioni dei diritti delle persone ovunque esse avvengano.
    Ma abbiamo aggiunto che non potevamo limitarci a questo, ad agire nei confronti dei diritti dei popoli come Amnesty International agisce nei confronti dei diritti umani.
    Dobbiamo anche guardare alle cause politiche e ora spesso strategiche di queste violazioni, e infine a quelle economiche, in modo da poter affrontare non solo gli effetti ma anche le cause.
    Questo significa che dobbiamo essere quella che nella Francia del XVIII secolo si chiamava una società pensante? Dobbiamo essere questo, ma non solo questo. È anche nostra responsabilità prendere tutte le iniziative necessarie in difesa dei diritti dei popoli.
    Ci sono diverse organizzazioni non governative dedicate alla difesa dei diritti umani, alcune delle quali con innegabile competenza ed efficacia. Ma siamo l’unica ONG dedicata esclusivamente ai diritti dei popoli.
    Siamo gli unici a combinare azione e riflessione in questo campo.
    Ciò significa che la nostra Lega si aspetta molto dalle lezioni di questa conferenza di Atene. Una migliore conoscenza dello stato del mondo nel 1986, della situazione dei popoli che lottano per la loro liberazione, dell’esperienza di coloro che sono passati dalla lotta alle istituzioni statali, dei problemi del debito estero di cui i popoli stanno alla fine pagando il prezzo, del modo in cui si deve affrontare la lotta contro la fame, per la pace, il disarmo e il non allineamento, tutto questo ci permetterà di andare oltre nelle nostre lotte.
    Ma le idee non sono sufficienti. È necessario attuarli e diventare la grande associazione per i diritti delle persone, con la vocazione di essere presente ovunque possibile nel mondo.
    È nella speranza che il vostro interesse per la nostra Lega non rimanga insoddisfatto che iniziamo i lavori di questo importante incontro internazionale.

    Matarasso, Léo

    in: Peuples/Popoli/Peoples/Pueblos, n.ro 9 (avril 1987)

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