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Amava i sigari cubani

    Verena Graf

    in Léo Matarasso, Seminario del 6 dicembre 2008, Cedetim, Parigi

    Probabilmente è stato il fatto di aver ricevuto una lettera dal team di liquidazione di LIDLIP solo uno o due giorni prima del nostro incontro che ha motivato Philippe Texier a chiedere a Verena di parlare. Rispondendo che questo non era all’ordine del giorno, capisco che volevano sentire da me cosa stava succedendo.
    Solo coloro che erano presenti all’Assemblea Generale di LIDLIP, che ha deciso lo scioglimento alla fine di marzo (2008), hanno ricevuto il rapporto. È stato principalmente per ragioni finanziarie – non potevamo permetterci i costi – che non abbiamo distribuito ampiamente il rapporto, ma posso inviarvelo. Ne ho una copia qui con me.
    È stato molto difficile negli ultimi mesi: il lavoro di riordino, chiusura, liquidazione e con l’aiuto di Oretta e Romuald, abbiamo portato a termine questo mandato, credo, in modo dignitoso.
    Torno un po’ indietro: grazie a Oretta, che veniva spesso a Ginevra, gli archivi sono stati ordinati e inviati all’IISH (Amsterdam) in 17 grandi scatole, che ora sono in deposito per la consultazione. Noi tre riuscimmo a concludere il lavoro di liquidazione e finimmo così con LIDLIP. Ma ci siamo ripresi, abbiamo altri mandati, sempre nel contesto dei diritti delle persone e dei diritti collettivi, e siamo passati ad altre attività in altre strutture.

    Ora, in relazione a Léo, il motivo per cui siamo qui, avrei molto da dire sugli anni che ho passato con lui. Mi rifaccio ai ricordi delle riunioni durante le Commissioni dei Diritti Umani dell’ONU, dove ha presentato diversi discorsi, ma anche degli “à partés” con i “combattenti per la libertà”, come, per esempio, il Fronte di Liberazione Farabundo Martí di El Salvador, che aveva chiesto la sua consulenza per agire in conformità alle Convenzioni di Ginevra. La conversazione terminò con Léo che raccontò loro un episodio della sua lotta nel maquis. Nella mia memoria c’è anche un incontro con Kazem Rajavi, il rappresentante dei mujaheddin iraniani che fu poi assassinato dai killer dei mullah fuori dalla sua casa nella campagna di Ginevra. Un aspetto di Léo che non mi andava tanto a genio era la sua predilezione per i sigari cubani e ricordo in particolare l’alba dell’ultimo giorno di una sessione del Tribunale dei Popoli a Stoccolma (sull’Afghanistan), quando alle 6 del mattino, dopo una notte molto breve a causa del lavoro di redazione del verdetto, mi dettò l’ultimo passaggio del verdetto, che doveva essere rilasciato alla stampa due ore dopo, riempiendomi delle sue abbondanti nuvole di nicotina, che erano difficili da digerire, soprattutto a stomaco vuoto.

    Graf, Verena

    in:

    <strong>Léo Matarasso,
    Seminario del 6 dicembre 2008, Cedetim, Parigi
    Milano, maggio 2009</strong>

    Tag:

    Léo Matarasso