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Come non amare Leo?

    Gilles Perrault

    in Léo Matarasso, Seminario del 6 dicembre 2008, Cedetim, Parigi

    Nel 1967 iniziò e si sviluppò in Polonia una violenta campagna antisemita. Tra le sue vittime c’era Leopold Trepper e la sua famiglia. Trepper era l’ex capo dell’Orchestra Rossa, una rete di intelligence sovietica molto efficace durante la seconda guerra mondiale. A sua moglie e ai suoi figli fu permesso di andare in esilio. Ma le autorità polacche, per “ragioni di stato”, tennero Trepper a Varsavia e lo misero sotto stretta sorveglianza della polizia.
    Léo Matarasso fu uno dei primi a prendere la lotta per il prigioniero di Varsavia. Fu nel suo ufficio in rue de Tournon che fu creato il Comitato di sostegno a Leopold Trepper. Era il nostro fratello maggiore. La sua esperienza e la sua freddezza ci hanno rassicurato. Il suo umorismo ci ha confortato. La presenza fraterna di questo mentore ha riscaldato i nostri cuori. Perché Léo era un uomo delizioso, che i grandi attivisti non sono sempre, con un fascino raro, attento agli altri.
    E aveva talento. Un talento immenso. Questo fu evidente quando fece condannare per diffamazione il direttore prefettizio della DST che, in una lettera aperta a Le Monde, aveva accusato Trepper di aver collaborato con la Gestapo e tradito i suoi compagni. Questo attacco, dettato da un odio ideologico senza limiti, rischiava di distruggere il movimento di solidarietà con Trepper che si stava sviluppando nel mondo. Se il processo fosse stato perso, Trepper sarebbe morto a Varsavia da solo e in disgrazia. E quasi tutti prevedevano il nostro fallimento. Ma Léo, con Daniel Soulez Larivière, ha vinto la causa, che non poteva essere vinta, e Trepper ha potuto lasciare la Polonia e riunirsi alla sua famiglia.
    Come si può non ammirare e amare Léo?

    Perrault, Gilles

    in:

    <strong>Léo Matarasso,
    Seminario del 6 dicembre 2008, Cedetim, Parigi
    Milano, maggio 2009</strong>

    Tag:

    Léo Matarasso