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Leo, presidente della lega

    Piero Basso

    in Hommage à Léo Matarasso, Séminaire sur le droit des peuples, Cahier réalisé par CEDETIM-LIDLP-CEDIDELP, Février 1999

    Sono in un dilemma perché non pensavo di parlare, soprattutto dopo aver ascoltato il ritratto vivido e reale di Léo da parte di Vera. Ma devo e voglio dire qualche parola sul nostro ex presidente, anche se sarà solo qualche breve episodio.
    Abbiamo lavorato con Léo per molti anni in riunioni ufficiali in tutto il mondo, e molti di voi qui lo ricordano. Non era un presidente facile, come tutti sappiamo. Ci ha sempre richiamato all’ordine, all’ordine del giorno, all’ordine nelle nostre presentazioni, alla precisione. Direi addirittura che se potesse essere qui avrebbe qualcosa da dire sul vostro invito, perché, infine, nel titolo dato alla presentazione di Louis Joinet, “il diritto dei popoli, dalla Carta di Algeri agli anni 90”, abbiamo dimenticato che si trattava della Dichiarazione di Algeri, perché la Carta di Algeri è quella del governo algerino, proclamata negli stessi giorni della nostra, quando eravamo lì. L’avete sentito tutti quando ci ha ricordato la precisione delle parole e l’importanza dei nostri impegni.
    Tutto questo era Léo, l’amato presidente della Lega. Per molto tempo ci ha sostenuto tutti con il suo spirito, con la sua presenza. Non ha mai perso una sola riunione. Non era più giovane, ma era sempre presente, sempre il primo ad arrivare, forse dopo una bella passeggiata mattutina. Sempre presente, sempre a spingere tutti noi a fare il nostro dovere.
    Ma è stato soprattutto quando permetteva di condividere la sua vita privata che lo si apprezzava di più. Ho ricordi preziosi della piccola sala da pranzo in rue de Tournon, dell’eccellente qualità dei pasti preparati dal suo cuoco, e soprattutto delle serate con amici come Bentoumi, come Cortazar, o con altri, e allora era un diluvio di ricordi. Ci ha dato spunti di storia, episodi che conoscevo poco, solo da quello che ne avevo letto sui giornali, e mi ha colpito sentirli raccontare da un protagonista, da qualcuno che aveva conosciuto tutti i combattenti della resistenza, tutti i democratici di una buona metà del mondo, in ogni caso di tutte le ex colonie francesi, e si sarebbe voluto che la serata non finisse mai, perché era qualcosa che ti prendeva, ti prendeva il cuore, ti prendeva la testa, ti prendeva tutto.
    Vera ci ha ricordato che è stato generoso. Generoso con il suo tempo, generoso con le sue idee, generoso con il suo denaro. Quando avevamo le riunioni dell’LIDLIP qui a Parigi, e questo è successo diverse volte, ci invitava sempre tutti al ristorante, vicino a Lussemburgo, vicino a casa sua, quindici, venti, a volte trenta persone.
    Sedersi a tavola, la politica, l’organizzazione, tutto questo passava in secondo piano rispetto al suo spirito, alla sua accoglienza, al modo in cui ci faceva sentire tutti a nostro agio, e all’essere un po’, anche se non c’era una grande differenza d’età, ma almeno un po’ padre per tutti noi.
    Avrei voluto dire molto di più, e Léo avrebbe meritato molte più parole, ma non mi aspettavo di parlare e questi sono i primi ricordi che mi sono venuti spontaneamente. È un ricordo forte, un dolce ricordo che ha lasciato a tutti noi.

    Basso, Piero

    in:

    Hommage à Léo Matarasso, Séminaire sur le droit des peuples
    Cahier réalisé par CEDETIM-LIDLP-CEDIDELP, Février 1999
    L’Harmattan, Paris, 2004

    Tag:

    Léo Matarasso