l Gianni Tognoni
in Peuples/Popoli/Peoples/Pueblos, n.ro 8 (ottobre 1986)
La Lega Italiana si è trovata spesso a riflettere collegialmente sulla direzione e il significato della propria attività nel contesto politico internazionale e nell’ambito specifico della realtà italiana.
Una sintesi ufficiale dei punti qualificanti della riflessione teorica e delle linee di impegno concreto è stata formulata in occasione del Congresso Nazionale svoltosi a Roma nel novembre scorso. Il testo di questo documento di base è a disposizione di tutti coloro che ne fossero interessati. In rapporto agli obiettivi stabiliti per questa breve nota, si è ritenuto opportuno riassumere la posizione della Lega italiana in rapporto soprattutto al contesto italiano, che sembra offrire uno scenario di possibile interesse generale.
1. La Lega Italiana si muove in un quadro politico caratterizzato da una progressiva cancellazione del concetto e della pratica dell’“opposizione”. Partiti e sindacati sembrano sempre più preoccupati di trovare condizioni di partecipazione alla gestione del potere di una società nella quale contano sempre meno, fino ad apparire addirittura improponibili anche nella riflessione e nel dibattito, ipotesi di trasformazione verso forme più concrete e generalmente fruibili di democrazia reale. Quella che tradizionalmente viene definita la sinistra sembra impegnata in un processo di omogeneizzazione con le altre forze politiche e sociali, come condizione per essere accettata nella gestione degli equilibri economici e politici imposti dalla situazione di mercato e dalle alleanze. Questo processo interessa in modo particolarmente evidente la politica internazionale, che diventa sempre meno oggetto di mobilitazione teorica e pratica da parte dei movimenti di massa.
2. Il quadro delineato al punto precedente si può caratterizzare come una perdita di memoria e di capacità progettuale rispetto a una prospettiva di liberazione e di autodeterminazione dei popoli. Simmetricamente, la posizione della Lega italiana si può definire come l’assunzione di un ruolo che è anzitutto di conservazione e sviluppo della memoria in una società nazionale e internazionale nella quale i principi e la pratica della Dichiarazione Universale dei Diritti e della Liberazione dei Popoli non siano un puro esercizio verbale, ma una piattaforma di riferimento per un agire politico e sociale nel quale oggi la fedeltà a una prospettiva di liberazione rischia di essere sempre più connotata negativamente e non positivamente, in termini di utopia.
3. Questa posizione della Lega Italiana ne costituisce la forza e nello stesso tempo la possibile ambiguità o precarietà. In quanto portatrice, nel nome, o nelle dichiarazioni programmatiche, nelle iniziative, di una memoria di futuro di liberazione, la Lega ha assunto progressivamente il ruolo di luogo di confluenza e di riconoscimento di tutti coloro che, dentro e fuori da partiti e organizzazioni di massa, mantengono la nostalgia di un agire politico e culturale nel quale i principi della Dichiarazione Universale abbiano un’importanza non solo formale.
Questa confluenza si traduce d’altra parte prevalentemente in un ritrovarsi solidale di minoranze sparse, senza riuscire a trasformarsi in un progetto innovativo, capace di ridare un respiro sistematico, politicamente e culturalmente visibile, a una memoria e a una prassi di liberazione.
4. La situazione così delineata rappresenta una sfida radicale per la coscienza che la Lega Italiana deve avere di sé, e di conseguenza per la sua strategia di attività, di alleanze, di scelta di priorità… Non ci si muove più in un contesto politico e culturale già “favorevole” o solidale, si è chiamati a divenire formulatori di idee, di ipotesi, a essere punto di aggregazione di movimenti e forze emergenti, ad assumere ruoli di ricerca e progettazione, a fungere da stimolo per la creazione di reti di riflessione e di azione capaci di far rientrare nella coscienza del Paese una prospettiva non solo di gestione e di equilibrio, ma di trasformazione. La Lega italiana si trova in questa prospettiva sempre più vicina e interagente con le linee di impegno, di riflessione e ricerca della Fondazione Internazionale nel suo cammino di attenzione a/e collegamento con i nuovi soggetti della storia.
5. Con le ovvie difficoltà che si sono incontrate in questo processo di rilettura di se stessa e del proprio ruolo, la Lega Italiana si è mantenuta fedele alla vocazione originale di essere una presenza militante, ha portato avanti la sua riflessione attraverso un coinvolgimento nell’ambiguità delle situazioni culturali e politiche nelle quali si è trovata a operare. I filoni principali di impegno nei quali si è concretizzata questa attività sono attualmente la creazione di nuove Leghe locali, come luogo sperimentale di aggregazione di nuovi soggetti e di un loro coinvolgimento in una logica di liberazione dei popoli; una presenza crescente nell’ambito della cooperazione italiana, e specificamente nell’attività degli Organismi non governativi, per un loro orientamento nel senso della Dichiarazione universale; una presenza protagonista e tempestiva in tutte le occasioni nelle quali la situazione internazionale richiede un’attenzione non solo di solidarietà ma di riflessione politica sui diritti di tutti i popoli all’autodeterminazione; una attività di formazione al proprio interno, per aumentare il grado di autonomia e di originalità di riflessione; un impegno molto attivo rispetto al movimento per la pace; la formazione di un gruppo di lavoro, riflessione, iniziativa orientato specificamente al ruolo della donna nei processi di liberazione; il rapporto con i Movimenti di Liberazione, attraverso la costituzione di specifici comitati di sostegno (El Salvador, Palestina, Sudafrica…), sviluppo di linee specifiche di riflessione e ricerca nel campo dei trasferimenti di tecnologia, come strumento di contatto con diverse realtà italiane nel campo universitario e della cooperazione; lo sviluppo di contatti con centri di riflessione e ricerca nell’area mediterranea; l’attenzione ai problemi dell’esilio e degli immigrati.
in: Peuples/Popoli/Peoples/Pueblos, n.ro 8 (ottobre 1986)