Léo Matarasso
in Peuples/Popoli/Peoples/Pueblos (Gennaio 1991)
Come può un’associazione come la nostra, che si è posta il compito di “lottare per il diritto dei popoli a determinare il proprio destino” (art. 2 dello statuto), non sentirsi interpellata dalla portata delle rivendicazioni nazionali dei popoli dell’Europa orientale e dell’Unione Sovietica? Da tutte le parti ci viene chiesto di esprimere la nostra posizione su questi movimenti, che minacciano di disgregare non solo l’Unione Sovietica, ma anche Paesi come la Jugoslavia e la Cecoslovacchia.
Non spetta a me rispondere da solo a questa domanda, che richiede un ampio dibattito all’interno dell’ELEC. Basti ricordare due principi essenziali formulati dalla Dichiarazione universale dei diritti dei popoli, che la nostra Lega ha contribuito a proclamare il 4 luglio 1976 ad Algeri.
Il primo di questi principi è che “tutti i popoli hanno un diritto imprescrittibile e inalienabile all’autodeterminazione” (art. 5 della Dichiarazione).
Il secondo è che “tutti i popoli i cui diritti fondamentali sono gravemente violati hanno il diritto di farli valere, in particolare con la lotta politica o sindacale e persino, come ultima risorsa, con l’uso della forza” (art. 28 della Dichiarazione).
Tra questi due principi si trova la distanza che separa il riconoscimento di un diritto dall’esercizio di tale diritto. La situazione è quindi un po’ diversa da quella delle lotte per la liberazione dei popoli coloniali, lotte in cui l’ELEC è stato fortemente coinvolto.
È in un contesto di risveglio generale alla democrazia, cioè all’autodeterminazione interna, che i popoli di questi Paesi sono stati chiamati a decidere del loro status (mantenimento delle cose come stanno, autonomia, federazione, indipendenza). Ma è anche in un contesto di collasso economico generale che devono considerare i gravi rischi a cui sarebbero esposti se l’attuale sistema venisse minato.
Per questo motivo ritengo che sarebbe opportuno che la sezione francese della L.I.D.L.P. organizzasse un seminario dedicato all’analisi della situazione attuale dell’Europa orientale dal punto di vista dei diritti dei popoli.
in: Peuples/Popoli/Peoples/Pueblos (Gennaio 1991)